A Battambang non c’è assolutamente nulla. Anzi, meno di niente. Infatti è disseminata di agenzie per tour di ogni tipo, Tuk-Tuk indipendenti, alberghi, tutti pronti a portarci a visitare le 1000 meraviglie di Battambang. Cioè, niente come già detto.
La ragione principale per cui ci si reca a Battambang, nel Nord-Ovest della Cambogia, è il bamboo train. Questo suona così esotico che nessuno se lo vuole perdere. Si tratta di una pedana in bamboo su due simil-ruote da treno, spinto da un motore da go-kart. Visto che in tempi passati non c’erano strade che collegassero la città ad un mercato poco lontano i locali si sono ingegnati per sfruttare la ferrovia e si sono inventati questo espediente. Un treno portatile fondamentalmente.
Perché farlo in bamboo? Perché è leggerissimo e può essere spostato facilmente. Specialmente nell’evenienza in cui arrivi il treno vero e proprio. Se questo arriva in un attimo si è a terra e si libera la via. Se si incontra un altro bamboo train lo stesso e regola vuole che a smontare tutto sia quello col carico inferiore. Meno passeggeri ad esempio. ma se si trasporta un motorino si vince anche con meno persone a bordo.
Se a raccontarlo suona divertente non è un caso, perché di fatto è un esperienza piacevole. Peccato che tutto il lato avventuroso della cosa sia oggi sparito. Non c’è più il mercato intanto, quindi il treno è esclusivamente turistico. E una strada ha affiancato la ferrovia, così che se c’è necessita di raggiungere il vicino villaggio si può usare la macchina. Inoltre non c’è più il treno. Il sistema di trasporto ferroviario cambogiano è infatti in totale stand-by ormai da qualche anno, per rimodernamento. Prevedono di riattivarlo tra il 2014 e il 2015. scordatevi il momento di adrenalina nel vedere arrivare il treno (che comunque si muoveva a passo d’uomo pare..) sugli stessi binari in cui ci si trova noi, il dover saltare a terra, spostare le pesanti ruote in metallo e l’asse su cui si siede, il vento del treno che passa mentre ci si fa piccoli piccoli ai suoi lati. Ecco, di tutto questo non c’è ombra.
Rimane comunque un semi-folcloristico giro a bordo di un mini-treno. É interessante e non comune il trovarsi a pochi centimetri dalle rotaia, che di solito non sono visibile mentre siamo a bordo del treno. All’arrivo al villaggio si è accolti da tanti bambini, specialmente femmine, che offrono i loro gioielli creati intrecciando foglie ancora fresche.
Il conducente del nostro mezzo di trasporto sarà premiato con una gallina dagli abitanti del villaggio, semplicemente per aver portato i turisti fino la. Sembra infatti che questi non prendano quello che i turisti pagano. Questo va alla padrona dei treni, una donna cinese che è a dir poco un personaggio oscuro. Un’altra particolarità è che il prezzo del viaggio sarebbe 5 dollari americani a persona. Un prezzo carissimo rispetto ai costi medi cambogiani. Il viaggio da Siem Riep a Pnom Phen costa la stessa cifra per esempio. Se si chiede uno sconto, però, viene detto che non è possibile perché quello è il prezzo ufficiale che è scritto nella guida. La guida sarebbe la Lonely Planet. Con uno strano ragionamento che inverte totalmente il senso di una guida di viaggi, sarebbe questa a fare il prezzo ufficiale, invece che riportare il prezzo che loro locali pensano essere quello giusto. Comunque, che che ne dica la Lonely Planet, è possibile abbassare il prezzo contrattando.
Sia chiaro che non c’è modo di usare il bamboo train per spostamenti veri e propri. Si parte e si torna al punto di partenza, non ci si ferma alla stazione successiva. Inoltre sembra che con la riattivazione del sistema ferroviario i bamboo train verranno eliminati definitivamente. Forse. O forse la cosa tornerà a farsi interessante.