Francis non si taglia barba e capelli da molto tempo. La barba è arrivata ormai al petto ed ha i segni bianchi dei suoi quaranta anni appena cominciati. Un tatuaggio tribale occupa interamente la parte destra del busto ed il braccio. La prima impressione può risultare minacciosa, ma niente sarebbe più sbagliato, l’animo di Francis è infatti fra i più docili e candidi.
La sua filosofia è di totale apertura verso gli altri e il domani. Per quasi venti anni è stato un meccanico specializzato. Ha guadagnato abbastanza da annoiarsene. Un bel giorno, come si dice, ha mollato tutto per sposare la strada. È andato ad incontrare i nativi americani nel profondo nord canadese per lavorare con loro nel trasportare beni attraverso le foreste a cavallo. Qui è sbocciato l’amore per questi animali potenti nel corpo e nella mente.
Il suo primo cavallo ha 16 anni ed è bianco come la neve. Si chiama Moonshine, chiaro di luna. Tra gli indiani non si va troppo per il sottile; senza alcuna esperienza, appena arrivato, viene messo in sella e lasciato andare. Se sei svelto ad imparare bene, altrimenti sei lasciato indietro. “Ho imparato a cavalcare quando ho dato al cavallo libertà di decidere, ho smesso di trattarlo come una macchina. Allora lui mi ha insegnato e io nel frattempo ho osservato gli altri più che ho potuto. Una volta ci siamo persi nella foresta a tarda sera. Il capo spedizione era di pessimo umore e non sopportava più le mie chiacchiere. Ad un certo punto mi ha mollato là, nel mezzo al bosco, portandosi via la mia lampada. Il buio era totale, neanche vedevo più il pelo bianco del cavallo. Ho deciso di cercare la via a piedi. Ho legato Moonshine ad un albero e preso a camminare nel buio più profondo e tetro. Poche volte sono stato tanto spaventato. Quando ho rischiato di cadere in un dirupo ho deciso di desistere e ho aspettato la mattina cercando di dormire raggomitolato a terra.
“Dai nativi ho imparato ad usare le piante. Non manca niente fra le piante del bosco, niente che si trovi in farmacia non può essere sostituito con erbe naturali, è solo la cultura di queste ad essere scomparsa. Uno dei giorni seguenti la notte in cui ci siamo persi nel buio, un cavallo carico di merci si è spaventato per qualche ignota ragione e mi ha trascinato giù in un burrone insieme a lui. Ho evitato i suoi calci e l’ho riportato sulla via. Con le giuste piante ho guarito le sue ferite.”
Francis ha un passato non facile. Ha un figlio con cui ha perso i contatti e un’adolescienza senza il calore di una famiglia tradizionale. Questo calore oggi lo cerca fra le tante famiglie di viaggiatori che popolano la strada.
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Nei primi giorni in cui ci siamo incontrati mi ha mostrato la foto di un cavallo. Abbiamo parlato di molti cavalli, ma solo di questo animale pezzato marrone su bianco, quasi a pois, mi ha mostrato la foto. Pochi giorni dopo un cavallo identico è arrivato al maneggio. È mera coincidenza, nessun altro sapeva. Trovarselo davanti sbirciando nel carrello al suo arrivo è comunque non poca sorpresa. Non essendo poi un cavallo comune.
Si chiama Monopoly. È un Appaloosa, un mini cavallo o qualcosa del genere. È adorabile. Asciutto e veloce, si muove a piccoli passi invece delle ampie falcate degli altri di grande taglia. Tutti al maneggio si innamorano dello spotted guy, o little boy.
Una mattina ci svegliamo alle 7 per trovargli una sella, briglie e tagliargli le unghie. Il padrone del posto, Peter cowboy tedesco, trasforma la mattinata in un piccolo circo cercando di offrire una lezione sul come curare gli zoccoli ai cavalli. All’arrivo dei primi clienti tutto si interrompe e Monopoly rimane legato ad un albero, con una corda al collo ed una a legare fra loro le zampa frontali, per buona parte della giornata. Tra l’altro non è un giorno qualunque: è il 12 Agosto, giorno della super luna. La luna è vicina alla terra più di ogni altro giorno in svariati anni.
I primi clienti della mattina sono turisti in visita da Calgary. Tre ragazze di origini filippine, di cui due tra loro sposate. Al maneggio dove lavoro si portano i clienti a nuotare con i cavalli. L’animale nuota realmente, seppur solo per poche decine di metri, con qualcuno che lo guida in una mezzaluna tramite una corda. Non è necessario nuotare per nessun altro se non quello che tiene la corda. Ci si lascia trasportare aggrappandosi ai peli dell’animale: alla crineria e alla coda. Una delle due sposine, dopo aver osservato una dimostrazione più che esauriente di ciò che essa avrebbe poi dovusto eseguire, si aggrappa alla coda di Cash, un cavallo di abbondante stazza, senza avvertire di non essere in grado di nuotare. Poco a poco che avanzano si vede la testa sparire sempre di più. Tutti in acqua al salvataggio! Cash si carica il gruppo sulle spalle grazie ad un’arguta mossa di Jean Baptiste che agguanta turista e criniera e si fa portare a riva. Tutti sani e salvi.
Finalmente alle tre del pomeriggio si torna a prendersi cura di Monopoly. Dopo di lui un altro animale di simile misura, ma ben più sovrappeso, viene messo sotto i ferri. A fine pomeriggio si decide di andare a rinfrescarsi al lago, non lontano, al fondo della valle. Francis decide di montare in sella a Monopoly e cavalcarlo fino al lago. Con lui va Tai, un ragazzo italiano, in sella a Trinchet. Sono i due cavalli i cui zoccoli sono stati lavorati durante la giornata. Nessuno dei due cavalli è mai stato alla spiaggia prima di allora.
Si avviano prima di tutti gli altri. Arrivati alla riva del lago Francis si gode la perfezione del momento. Il suo agile e tranquillo cavallo pezzato, il lago alle prime luci del tramonto. La prima idea che sovviene a Francis è quella di proseguire verso l’acqua. Appena Monopoly afferra le idee del suo pilota, o forse per qualche altro dettaglio di cui mai sapremo, si volta e si getta su per la valle senza sprecare tempo nel scegliere la via migliore. Pochi passi verso la vetta e Francis prova a riprendere il controllo. Tira a se la bocca dell’animale con uno strattone delle redini, insieme si ribaltano e precipitano metri più in basso.
Francis ci rimette tibia e perone poco sopra la caviglia impattando una pietra. Monopoly è illeso e si prende la sua rivincita per la giornata di merda che ha avuto, o forse era destino accadesse in un modo o in un’altro a causa di un cavallo bianco pezzato.