Il taxi che ci accompagna sceglie la sua via puntando dritto verso quella montagna a comignolo fumante, con i suoi fianchi dritti e puliti, privi di alberi o cespugli per la sua intera altezza. Andiamo dritti verso gli spaventosi 3000 metri del vulcano Merapi, considerato tra i più pericolosi al mondo per il suo livello di attività e la sua potenza devastante.
Dopo quasi dieci giorni di attesa a Jogyakarta per il rinnovo del visto indonesiano, decidiamo di passare una notte a Kaliurang, villaggio situato sulle pendici del vulcano, all’altezza di 900 metri. È solo ad un ora di guida da Jogya e siamo molto incuriositi da queste montagne fumanti, e un po’ inquietanti, dopo averne viste passare tante da lontano venendo da Bali. I più visitati di Java, infatti, sono ad est: chiamati Bromo ed Ijen. Bromo ha un cratere enorme, spaventoso. Mentre Ijen è famoso per la scenica raccolta di zolfo, coi suoi colori accesi e inusuali.
Java, però, è quasi interamente un vulcano. Sarebbe a dire che la sua stessa origine dipende dalle eruzioni dei suoi quaranta e più vulcani. Era inevitabile quindi andare a recare omaggio ad almeno una di queste montagne misteriose, che portano le voci del centro della terra fino in superficie.
Perché non visitare il più rischioso di tutti allora? Infatti, seppur non il più grande, Merapi è il monte che per ultimo ha eruttato violentemente ed è atteso ripetere questo evento a breve, anche se con minor intensità. Nel 1994 ha ucciso più di venti persone, mentre nel 2010 ha eruttato violentemente, ma i danni umani sono stati evitati grazie ad una tempestiva evacuazione. Merapi è non a caso nella lista dei Vulcani Decade, insieme ad altri 15 (tra cui il Vesuvio e l’Etna), scelti per l’attività e la vicinanza con zone abitate e per questo tenuti sotto massimo controllo.
Insomma, in sostanza un posto stressante e pericoloso? Tutto il contrario. Un posto rilassante e pacifico, come solo le località di montagna sanno essere. Un rifugio dal caldo asfissiante della città e del mare, all’ombra di questo gigante tanto pericoloso quanto bello e poetico. Se le pareti del cratere impressionano per la ruvidità, le linee rette e la totale mancanza di vegetazione, tutto intorno non potrebbe essere più diverso. Palme da cocco e da banana, assieme alla flora classica della foresta pluviale, tra liane e piante con foglie gigantesche, si mescolano ad alberi dagli alti tronchi e dalle chiome foltissime. Alberi di montagna, che hanno bisogno di spazio per crescere sempre più in alto e sempre dritti, allargando oltre ai tronchi anche le loro chiome, di un verde brillante ma scuro. Si forma così in questo incontro una vegetazione di eccezionale varietà. I fiori sono ovunque, coloratissimi e di ogni dimensione, crescono sulle piante come sulle chiome degli alberi più alti. Lo stesso per i frutti, spesso irriconoscibili, oppure noti come i come gustosissimi avocadi, pronti per essere raccolti.
La permanenza nel villaggio è resa facilissima dalla gentilezza delle persone, dai prezzi irrisori di cibo e stanze (2.50$ a notte), ma ancora di più dai ritmi lenti che caratterizzano il paese. L’osservazione della montagna di fuoco, questo vuol dire Merapi, obbliga a mettere la sveglia alle prime luci dell’alba. Il cielo sereno è assicurato solo fino alle 10 della mattina infatti e le camminate nel rigoglioso verde della foresta fanno dimenticare ogni stress e riempiono di meraviglia.
Da Kaliurang la scalata fino al cratere stesso in questo momento non è possibile. Dalla cittadina di Selo vengono effettuati trekking che portano fino a mettere gli occhi sul letto di lava, che gorgoglia in profondità. Con tutti i vulcani che l’Indonesia offre, più di 500 con 124 attivi, sembra però assurdo andare a rischiare ben più di un ciuffo di capelli sul Merapi. Meglio accontentarsi di contemplare la vetta, scalando le due colline coperte da fitta foresta che partono da Kaliurang e vanno verso il vulcano.
Consigliare uno dei luoghi potenzialmente più pericolosi al mondo per la sua tranquillità, può sembrare assurdo. Ma di fatto la montagna è tanto rilassante quanto interessante. Magari tenete d’occhio i punti di ritrovo per l’evacuazione più vicini!