Questa domanda è ancora la prima a frullare per la testa di chi progetta di viaggiare in India per la prima volta. Le immagini dei suoi bambini poverissimi, della sporcizia dilagante, degli usi arretrati ed infine dei tanti casi di stupro a danno di donne giovani portano anche buoni viaggiatori a pensarci due volte prima di partire.
Quindi, proviamo a rispondere. L’India non è particolarmente pericolosa. Non è un luogo di guerra, o un paese privo di strutture turistiche o infrastrutture. Ha un sistema turistico diffuso e radicato da moltissimi anni, come anche una rete stradale e ferroviaria di tutto rispetto per far parte del continente asiatico. Certo siamo in Asia, non ci si deve scordare.
A differenza della Thailandia, però, per prendere ad esempio un luogo in Asia che non è generalmente ritenuto a rischio, l’India è grande almeno dieci volte. È quindi molto più variegata. Si passa da luoghi iper sviluppati come Mumbai o Bangalore, o iper turistici come Goa, a villaggi in cui un occidentale non è mai passato e si vive come 500 anni fa né più né meno. È anche un paese con una sua magia unica e difficilmente spiegabile per cui, una volta superate le paure iniziali, sarà proprio in quel villaggetto fermo nel tempo che passerete i momenti più memorabili del vostro viaggio. Non certo a Delhi o Agra.
I pericoli dell’India vengono principalmente dalla massa e dagli usi tradizionali che costringono le donne ad una vita quasi monacale. Nel dettaglio, la massa del popolo indiano può risultare terrificante ed è imprevedibile. Non solo sono tanti, o meglio tantissimi, ma lo sono ovunque, anche nei luoghi più sperduti. Per fare un esempio una volta mi sono trovato costretto a scendere di macchina per sbrogliare un ingorgo creatosi nel più classico dei modi: due macchine impedivano il passaggio l’uno all’altra e la soluzione appariva impossibile da trovare. Nel frattempo più e più macchine e moto e pedoni si aggiungevano alle loro spalle, non disponendosi ordinatamente, ma ammassandosi come insetti spinti più dall’istinto che dalla ragione. Altro esempio è che ogni volta che qualcosa accade in pubblico tutti i passanti si fermano ad osservare, o prendono parte alla discussione. Quando si dice tutti i passanti in India può voler dire 50 persone in 2 minuti. In caso di veri e propri litigi poi questi tendono a prendere le parti della etnia di appartenenza, o della religione, quindi difficilmente la nostra di turisti stranieri.
Sono famosi i casi di incidente stradale in cui si deve abbandonare la macchina al più presto possibile perché se l’autista è colpevole può venir letteralmente linciato dalla folla. Questo è scritto nella Lonely Planet ed anche in Shantaram, famoso libro su Bombay. Sono note anche storie di alcuni turisti a cui è effettivamente capitato, ma non è una buona ragione per non visitare il paese. Così come non dovrebbe essere una buona ragione per non venire in Italia il fatto che la guida è più pericolosa che in altri paesi europei. La folla è parte integrante dell’esperienza indiana. Può essere tremendo a volte trovarsi chiusi fra così tanti esseri umani o veicoli da non avere via di uscita, ma è anche un esperienza unica e molto istruttiva. Se in Europa siamo abituati ad avere uno spazio vitale di anche un metro, in India questo non esiste proprio, la gente si appoggia letteralmente se è in fila ad esempio. Se ci si mette in fila… È fastidioso, ma parte di quello shock culturale che il viaggio serve a vivere così da tornare a casa avendo arricchito l’ottica sulla propria realtà quotidiana.
Il discorso sul genere femminile invece è complesso ed ampio. Alla base sta il fatto che le donne sono meno rispetto al numero totale degli uomini e quindi molto richieste. Ancor di più, banalmente, se di buona famiglia e bell’aspetto. Inoltre il matrimonio è parte essenziale della cultura indiana. Sposarsi prima dei trent’anni è questione di vita o di morte, esagero ma non troppo. Una donna non sposata è destinata ad essere ostracizzata. Se ha figli senza essere sposata o è lasciata dal marito diventa immediatamente una fuori casta e se la dovrà veramente cavare da sola. Le caste, che per quanto si dicano illegali sono più che vive e vegete, rendono la questione matrimoni ancora più complessa. Le caste sono quattro, ma ognuna ha sette sottocaste… Per sposarsi si deve trovare qualcuno della propria casta ed anche della propria sottocasta o almeno nei pressi. In certi casi quindi è più facile farsi organizzare il matrimonio dalla madre che aspettare di avere fortuna ed innamorarsi, sempre che si abbia questa scelta. Distinguere tra le donne moderne, delle grandi città come Bangalore, Delhi o Mumbai, e quelle del resto del paese è importante, rimane però che il nocciolo di quanto detto vale per tutte. Insomma non è strano per una ragazza passare dalla casa dei genitori a quella del marito avendo l’abitudine di uscire di casa una volta la settimana per andare al mercato. Oppure per le festività del paese o della regione. Di educazione non si parla ancora in molti luoghi, ma anche minime libertà personali come avere amici maschi, bere una birra o fumare una sigaretta, sono considerate tabù nel mondo femminile. Si pensi che nella maggior parte delle aree del paese le donne sugli autobus possono sedere solo accanto ai parenti, o ad altre donne. Questo lo detta l’etichetta non la legge, ma ciò non toglie che capiti di vedere signore aspettare in piedi che si liberi un posto che non leda la loro virtù pubblica. Si pensi ora agli usi comuni delle donne europee. Bikini o topless al mare, pantaloni lunghi e corti, libertà di scelta nel fumare e nel bere alcolici. Il solo fatto di entrare in un ristorante e salutare con un sorriso gli uomini che vi lavorano può essere scambiato per un segno di apertura esplicita, non mera gentilezza o educazione. Per le donne occidentali quindi l’India non necessariamente è pericolosa, ma senza dubbio può risultare estremamente fastidiosa. Essere prese per libertine perché si indossa pantaloni che mostrano le proprie gambe, fino ad arrivare dopo giorni di viaggio a comprare un velo per coprirsi in parte il volto e cercare di passare inosservati non è proprio quell’idea di viaggio rilassante che si immagina quando si pianifica una vacanza.
Detto questo rimane che l’India e l’Asia in generale non sono luoghi di guerra in cui si rischia di essere rapiti o uccisi, si metta in conto però di essere tanto affascinati quanto infastiditi.